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cottes o di ciantose ogni donnina un po’ eteroclita.

Assettateve, assettateve, che mo ve porto una minestrina di verdura, che va bene per vui.

Realmente Pasquà aveva dato a Beatus una lezione di sociologia: mangiano delicatezze coloro di cui la società ha bisogno: operai e cocottes.

Un fruscio di seta, un incrociarsi di voci e di risa avvertì Beatus che le cocottes o ciantose erano giunte.

Entrarono con passo di danza e occhi sfacciati. Seguivano due giovanotti alti e membruti, stilati all’ultima moda; ma parlavano come Pasquà. Le signorine parlavano con la voce sguaiata del palcoscenico.

Pasquà, derogando al suo costume, prese lui i servizi di mensa e cominciò: — Mo’ ve servo ’na supressata di verace maiale «Eccellentissimo!», significò trivellando la gota.

Ma non ottenne il meritato successo di approvazione perchè i due giovanotti consulta-