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Capitolo XXV.

Atrepsia.

Ma l’ora era tarda, e l’illustre fisiologo si accomiatò.

Anche il giovane medico uscì dal caffè, e Beatus si accompagnò con lui.

C’era lì, sul corso, una fila ferma di carrozzelle. Beatus lasciò passare la prima, la seconda, la terza.

«Via, non fare sciocchezze,» gli disse il campanelluzzo.

Ma quando fu all’ultima carrozza, Beatus disse:

— Dottore, le dispiace venire a casa mia? C’è un bambino che sta poco bene.

Il suono della sua voce che proferì queste parole, lo sorprese.

Anche il dottore mostrò sorpresa di queste parole, tanto che si fermò in mezzo alla via.

Avrebbe dovuto domandare: «Ma quale bambino? Lei è solo in casa». Invece nulla