Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 212 — |
tempo del grossolano realismo di trent’anni fa», «Ah sì, le poppe ritondette, le poma giulive, bei seni dalla punta fiorenti...... Erano giovani artisti, letterati che parlavano così. Pareva che il seno fosse una cosa creata soltanto per la voluttà degli artisti.
Ma lo riscosse il cameriere dicendo: — Il signore è servito.
Aprì gli occhi e vide sotto di sè il biancore di una tazza di latte. Gli ripugnò come all’idrofobo l’acqua.
Guardò i bei giovani che vicino a lui parlavano di arte qua, e di politica là.
Ma quella vista gli ripugnò come il latte.
Questo folle pensiero gli si delineò nella mente: «che quell’essere vivente, ancora sopra il suo letto, fosse uguale a tutti quegli esseri viventi».
Allontanò da essi lo sguardo per posarlo su qualche altro oggetto più lontano, e vide a un tavolo lontano la faccia onesta e fresca del dottore che lo aveva curato dalla febbre spagnola.
Come mai un uomo così morigerato si trovava in giro per i caffè a così tarda ora di notte?