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Quella cosa che sarebbe nata da Scolastica, poteva essere un maschio oppure una femmina. Ed anche non credendo al pithecanthropus erectus del naturalista tedesco Haeckel, è certo che una somiglianza esiste tra l’uomo e il pitecantropo. Osservando attentamente l’uomo, anche meglio vestito, questa somiglianza viene fuori come una seconda imagine.

«In me, per esempio, — dicea Beatus, — ora si vede benissimo. Eppure...! Nella donna si vede meno, forse in grazia di quella soavità incantevole del volto e dei capelli, che costituiscono essi pure un bellissimo inganno».

E molto probabile che da due mostri, come Scolastica e il calzolaio, sarebbe venuta fuori una cosa molto vicina al pitecantropo: ma non è detto che la natura non faccia anche strani scherzi: può venir fuori anche una cosa discreta. Infine, poi, di bestie ne teneva tante in casa! Ora l’usignolo essendo morto, un bimbo o una bimba ne poteva fare le veci.

Qui, Beatus si ricordò come una cosa lontana, lontana, e che forse aveva letto nei poeti o nei libri per l’infanzia, che i bimbi danno lietezza alle case: fanno miagolii, cantano.