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Sopravvenne il capraio, al quale Beatus chiese un po’ di latte. Una donna che portava in piazza la frutta mattutina, offrì un bicchiere. La mano del capraio era scura, scura era la mammella della capra, e da quelle due cose scure zampillò lo spumante latte.

Beatus bevve.

La donna aveva albicocche rugiadose e grandi, e Beatus ne comperò e ne mangiò, e da quella bevanda e da quel cibo vitale nacque una specie di ebbrezza. E riguardava quel pupo che da tre secoli sta lassù e nessuno sa più chi sia.

Certo quel pupo fu un re, cioè uno di quegli uomini dalla voce tonante, anche se non avevano voce, che governavano il mondo in nome di Dio, anche se non lo governavano.

Quale mostruosa finzione!

Eppure allora era meno facile che un mascalzone sputasse sopra una persona vestita da gentiluomo.

Ecco altre cose che oggi non si ricordano più!