Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 167 — |
Nulla vale: le cose sono quelle che sono: si nasce, si muore.
Anzi quella continua bestemmia di ostia che gli uomini hanno su le labbra, riconduce a pensare che l’uomo non tollera i portenti.
Su la sponda del piccolo lago erano alcuni ragazzini. Essi fabbricavano con la carta certe barchette e festosamente le gettavano nel lago.
Pareva un quadro della vita.
La vita, un oceano di onde nere: gli uomini, le barchettine di carta.
Le barchettine posseggono un certo loro moto allegro che le porta ad affrontare le onde nere. Ma dopo un po’, sono imbevute, capovolte, sommerse.
Le rive dell’oceano son piene di barchettine fradicie: formano depositi di morti come il guano su le rive del Cile.
Qualcuna di queste barchettine si stacca dalle altre, sembra che voglia attraversare le grandi onde, arrivare di là.
E tutte le barchettine gridano come Scolastica: «l’è mato, tuti dixe che l’è mato.»