Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 162 — |
cinta da una corona di capelli bianchi, più tosto che grigi. Si spoglia? Si tolse la cappa paonazza, e apparve in cotta bianca e setosa. Il diacono gli porgea i paramenti, che quegli prima ad uno ad uno baciava.
Vestito che fu e come dimentico della gente e del tempo, si inginocchiò su di un inginocchiatoio a lui riservato, e in atto di preghiera stette. Beatus avrebbe voluto vedere le preghiere, ma queste non si vedevano. Ma forse le bisbigliava sommessamente, perchè ad un tratto la voce di lui salì, e queste parole furono udite: Omnis qui vivit et credit in me, etiam si mortuus erit, non morietur.
La voce decadde ancora, ma quelle parole diedero un brivido dentro a Beatus; e Beatus se ne voleva andare.
— Pazienza, — gli sussurrò la signora Alice, — ora dice la messa.
Da altri paramenti che il sacerdote vestiva, si capiva che incominciava altra cerimonia.
Ma avevano tanta pazienza quelle povere bimbe coi loro ceri, da tanto tempo immote! Ma la messa era già cominciata. Ma la mano di una bimba esausta, lasciò piegare il cero e la fiamma diede un guizzo. La fiamma si