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— Attente, bimbe, attente — disse Beatus.

Le bimbe girarono gli occhi per vedere dove era il pericolo.

Egli voleva dire: «quei grandi uomini, quei grandi pensieri; pericolo di infezione, di rimaner fulminati». Le fronti dei grandi uomini sono come i tralicci che sostengono i fili elettrici. Bisogna scriverci: Morte!

Le bimbe si fermarono in mezzo allo studio.

La scimmietta, sotto quel velo bianco, nascondeva un po’ il suo volto color di mattone. Ma le altre due bimbe come erano belle! Le chiome pallide d’oro cadevano sparse sotto i veli come una continuazione del loro essere. E gli occhi erano azzurri e così liquidi che facevano quasi pietà. Beatus le guardò stupefatto, come se la stanza si fosse riempita di immobili gigli.

Le due bimbette bionde stavano pavide e volgevano con stupore gli occhi su le pareti, dove erano sospesi i volti siderei dei benefattori dell’umanità. Poi guardavano il pappagallo verde.

— Siamo pronte, signo’ — disse la scimmietta.

— E queste chi sono?