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drappelli, adolescenti anche loro: una gran dolcezza in quelle adolescenze, sotto quegli elmi di ferro. Quale forza reggeva così disciplinata quella adolescenza? Non dai vivi proveniva quella forza: i vivi anzi avvolgevano l’esercito entro un’atmosfera di odio civile.

Ma il passo delle scarpe ferrate aveva un non so che di rabido, ma sopra quella fila pareva levarsi una voce alata che diceva: «Cesare, Cesare, passano i soldati d’Italia!». E nessuno forse fra essi sapeva chi era Cesare. Allora Beatus pensò alla terra, dentro cui stanno i morti. Le scarpe ferrate, percotendo la terra, traevano forza dalla terra. Poi si ricordò del comando romano nelle disperate battaglie: Res ad triarios redit. Ora conviene dire l’opposto: Res ad adolescentes redit. Ma come potranno questi adolescenti far risalire le valli ai Tedeschi, accampati sul Piave? Una lagrima, cadde sul gilè bianco di Beatus. Allora ricordò che lagrima vuole dire: corrosivo. Questo corrosivo fa comprendere molte cose, ma abbrevia la vita.

Allora ricordò che Loreto non piange mai. Forse ha cento anni.