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qualcuno; la ragione vera è questa che voi non volete intendere: cioè che da tanto tempo gli studi hanno fatto dei progressi immensi e queste nostre scuole dei seminari oramai non rispondono più ai bisogni de la vita moderna; di quella vita che circolerà anche qui, quando queste barriere del governo teocratico saranno abbattute, come ne ho fede. Ma ci pensate proprio che io senza un grave motivo mi sarei indotto a separarmi dal mio Giorgio? È perchè vedo bene ne l’avvenire che ho voluto mandarlo in quel collegio Nazionale di Torino, ove tutto l’insegnamento è informato ad un alto e severo concetto de la scienza, cioè de la verità; la quale folgora con tanta luce che bisogna essere ciechi per non vedere. Queste qui sono scuole di morti; ma là si studia per educare e temprare le nuove generazioni ai futuri destini di questa patria, quando ella sarà tutta unita, tutta forte; ricca di opere magnanime e virtuose. —

— Voi — rispose ironicamente il prete — vi addentrate troppo a cuor leggero in questioni difficili. Lasciate stare la scienza, i futuri destini ed