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in cui visse non avrebbero fatto supporre e parlava spedito l’inglese, così trovò modo d’esercitare la sua professione e campare meno male la vita. Ma vedendo che con gli anni la sua donna deperiva ed il bimbo cresceva esile e stentato e aveano bisogno d’altro cielo e d’altra vita, si decise di far ritorno al suo paese, dove i parenti e gli amici non solo lo affidavano di un sicuro lavoro, ma anche di aiuto e di conforto per i suoi, nel caso che egli avesse a mancare. Fu uno strazio per il suo orgoglio, ma la pietà de la famiglia la vinse su di ogni altro sentimento.

V’era in Roma un prelato che era suo lontano congiunto, e che egli conosceva per uomo dabbene e di cuore: gli espose il suo stato, pregandolo che intercedesse per lui: esser pronto anche a fare atto di sottomissione, se ne fosse stato richiesto, pur di potere rimpatriare sicuramente. Gli fu risposto in modo benevolo: sarebbe stato fatto il possibile per adempiere al suo desiderio, e nel tempo stesso erano dal vecchio prelato descritte minuziosamente tutte le pratiche da compiersi. Nè andò molto che da la legazione de la sua pro-