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la donna sua non se ne sarebbe forse nemmeno avveduta e sarebbe morta cantando le sue cantilene d’amore al bimbo, così come muore la passera nel nido sovra i suoi piccini quando il gelo la coglie.
E si avanzava cupamente nel pensiero de le sue sventure con istraziante voluttà: vedeva la sposa ed il bimbo distesi sul letto; poi lui si puntava la canna d’una pistola a la tempia e stramazzava ai piedi del letto.
Chi in quella città mostruosa si sarebbe accorto di quei tre cadaveri? chi li avrebbe coperti e buttati ne la fossa?
Fissava fuori de la finestra quella interminabile fila di comignoli e di tetti che si confondevano ne le brume de la sera (nell’interno non si udiva che il borbottare d’una pentola e la nenia de la madre che vagheggiava il bimbo) e lo vinceva un desiderio di sole, di caldo, dove quelle due povere vite potessero rifiorire.
Che cosa gli importava di quel superbo regno di Britannia, cinto dal cupo oceano, che si scaglia verso i ghiacci del polo e s’incorona di nebbia?