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le rondini cantavano a prova quando il bimbo sorrideva.
La Miseria, bieca e rigida, batteva la diana a la squallida dimora; ma la donna non la udiva. Scaldava i pannilini al fuoco, cuciva le cuffiettine, racimolando le gale ed i nastri fra i suoi vecchi abiti di quando era giovinetta, e cantava certe sue cantilene dolci e vaghe che le rifiorivano ne la memoria, finchè il bimbo si era addormentato.
Se poi il sole appena rompeva le nebbie, diceva tutta ridente al marito: — Oggi è un bel giorno. Porterò il bimbo ai giardini. Vedi che bel vestitino gli ho fatto! Io sembrerò la domestica, ma non importa. —
Quel bimbo la struggeva tutta: le portava via il latte, il calore, le carni; e quando sorridendo diceva: — Vedi il bimbo come sta bene? — quel suo sorriso faceva lagrimare.
Il vecchio cospiratore fremeva pensando a quelle due fragili e adorate esistenze, incoscienti entrambe e non curanti del mondo, che si appoggiavano sicuro a la sua impotente vecchiezza.
Se un giorno fosse mancato il pane o il fuoco,