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e, dopo il desinare, si sedeva su di una poltrona vicino al piano e voleva che lei sonasse e non si stancava mai d’ascoltare: quello era il suo unico svago, perchè avea tanto lavoro, povero vecchio! La mamma poi, con una gran cuffia bianca in testa, lavorava svelta svelta, zitta zitta sotto la lampada. Povera mamma, anche lei! Ed evocando quei cari ricordi, divagava in essi come nell’abbandono di un sogno, e talvolta lagrimava; e il dottore lasciava che raccontasse per ore continue e se piangeva, la lasciava piangere e le teneva strette le mani. Così in quella intimità buona fra l’esule e l’orfana trascorsero alcuni mesi.



Ora fu proprio passione d’amore? Io non saprei davvero dire. Ma penso che fu un bisogno di caldo perchè la donna si abbandonò fra le braccia di lui ed egli la baciò in bocca e la fece sua — non un desiderio di carnalità.