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Ora sovente, quando usciva verso le cinque per rifocillarsi, in una trattoria vicina, gli era avvenuto d’incontrarsi, su per le scale, con una donna ancor giovane, forse più giovane che non sembrasse a vedere; molto alta, molto austera nel suo water-proof bigio.

Chi fosse non sapeva, perchè in certe enormi case de le grandi città si può vivere per cinquant’anni uscio ad uscio senza altrimenti conoscersi che per il nome comune di miserabili. Solo parea molto stanca salendo quelle scale, grommate di muffa e di miseria; ma la sua fronte non si curvava nè per salutare nè per mestizia: una fronte bianca e serena.

Una volta d’inverno, mentre la notte e la nebbia montavano alte e silenziose, il dottor Lorenzo (così si chiamava) udì battere al suo uscio. S’alzò da lo studiolo ove stava leggendo, e corse ad aprire.

Era la giovane vicina.

Un dolore improvviso misto a spavento avea scomposto la serenità del suo volto.

Disse precipitosamente: — Voi siete medico,