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Era la via Flaminia.

Per quella contrada forse un tempo, in una notte così serena, passarono le legioni di Roma avviate a terre lontane.

I soldati, sotto le armature e i grevi bagagli procedevano lenti: ma alte stavano le aquile tutte d’oro, e il lituo dava il suono ed il richiamo a le turme de’ cavalieri, ben saldi su le groppe de’ gran cavalli.

Una meravigliosa tristezza lo invadeva: ma era cosa di breve durata, perchè la sua intelligenza, sicura su la via de la fede, diceva a sè stessa che, in fine, quella potenza di Roma era stata destinata a diffondere un’idea ben maggiore de la civiltà romana — idea limite fisso di eterno consiglio, termine di ogni progresso, principio di vita nuova per gli uomini di buona volontà — cioè la parola di nostro Signor Gesù Cristo.

Dopo, la storia avea chiuso il suo libro, e se gli uomini erano ancora in guerra, peggio per loro, giacchè la via del vero la conoscevano. Allora il suo spirito turbato da quegli antichi fantasmi, si ricomponeva in pace e lietezza. Andava piano piano