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uomini! Voi ornate di gualdrappe preziose i cavalli e disprezzate il vostro fratello che è coperto di cenci! Voi lasciate marcire o rosicchiare il frumento ne’ granai e non vi degnate di gettare gli sguardi su coloro che non hanno pane! Voi conservate il vostro in riserva e non vi degnate di gettare gli sguardi su coloro che la necessità abbatte ed opprime! Voi mi direte: a chi faccio torto se ritengo e conservo ciò che è mio? E io vi domando: quali sono le cose che voi credete sieno vostre? da chi le avete ricevute? Voi fate come un uomo che essendo in teatro ed essendosi affrettato di prendere i posti che gli altri potrebbero occupare, vorrebbe impedire a tutti di entrare, applicando a solo suo uso ciò che deve essere ad uso di tutti. E così fanno i ricchi; ed essendosi messi per primi in possesso de le cose che sono comuni, se le appropriano possedendole: perchè se ciascuno non prendesse che ciò che gli è necessario per la sussistenza e desse il resto a gli indigenti, non vi sarebbero nè ricchi nè poveri.»
— In verità — pensava G. Giacomo a mo’ di chiosa — questo santo è pur un po’ sognatore,