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ozioso, chè molte cose richiedevano la sua opera. I poderi, abbandonati al colono, poco rendevano ed erano assai trasandati.

Ora egli ci prese tanto amore che, con quel po’ di esperienza che veniva a mano a mano acquistando e con l’aiuto di certi libri d’agricoltura, si diè a bonificarli, concimarli a dovere, e in pochi anni divennero fioriti come giardini e rendevano il doppio di prima.

E dicea: — Se di tutta questa roba ne avanza, vi sono bene gl’infelici ed i poveri che non ne hanno; ed il Signore mi domanderebbe conto se, avendo dei beni, li accumulassi in soverchie ricchezze o non ne facessi buon uso. Non dice forse S. Gregorio il Grande: «quando noi diamo di che vivere a coloro che sono nell’indigenza, noi non diamo punto a loro ciò che è nostro, ma diamo ciò che è loro. Non è tanto un’opera di misericordia che noi facciamo, quanto un debito che noi paghiamo»?

Però ogni giorno, quando la campana de la parrocchia sonava mezzodì, il maggior piacere per lui era quello di avere pronta una pentola di mi-