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La filavano e la tessevano le donne ne la stalla, quando l’inverno irrigidiva le rame e imbiancava la terra, e le notti erano lunghe. Legumi poi e frutte non ne mancavano; il pollame razzolava per l’aia, e le pecore pascolavano su pei greppi o per le sponde dei rivi.
Uno di quei poderi era posto in molto ameno luogo, su di una collina, da cui si scopriva tutta la stesa del mare; e congiunta a la casa colonica sorgeva una villetta che il vecchio notaio abitava solo l’autunno e l’avea avuta dai suoi vecchi.
Un giuggiolo fioriva presso il limitare ed avanzava il tetto.
Ora G. Giacomo la fece restaurare e la rifornì di mobilia così da renderla atta ad abitazione per l’anno intero, poi vi condusse la sposa ed avrebbe voluto che anche la zia fosse venuta a stare con loro: ma ella volle rimanersene ne la sua casa fredda e solitaria a conversare con i suoi morti e con i suoi santi, aspettando che anche per lei l’orologio battesse l’ora di partire per il bel regno di Dio.
G. Giacomo ne’ primi anni non se ne stette