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Del resto nessuno più di lui era valente a cantar salmi ai vesperi o a la messa cantata, con la sua bella cotta crespa ed inamidata.

Bei giorni de la giovinezza! pieni di fede nel Signore Iddio, e di opere forse inutili, ma sane e semplici e che non producono poi il tormento de lo spirito e la lebbre de le ansiose ricerche! Da la cupola di quel tempio che ho ricordato, piovevano i raggi del tramonto, che s’incendiavano attraverso i cortinaggi scarlatti ed i vetri istoriati; i ceri fiammeggiavano alti fra le spire dell’incenso; i canonici pingui ne gli stalli del coro intonavano i salmi con certe voci che parevano gemiti di contrabassi o miagolii di gatti in amore, e vi rispondevano gli adolescenti seminaristi con più vivo e lieto canto. E quando cessavano le preghiere, ne la raccolta adorazione del Sacramento, si udivano scoppi e trilli di rondini che nidificavano sotto i cornicioni del tempio solitario.

Dopo cantato vespero, si ponevano in capo il tricorno, si cingevano con una bella fascia vermiglia ed uscivano a spasso fuori de la porta che guarda il monte. Andavano in un bel prato, e lì