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finchè gli era concesso, vivere ne la vita come in un sogno perchè così più si avvicina al sonno de la morte; forse lo vinse amore de la sua vita passata, forse chi sa, dinanzi a la inesorabile Morte gli parve che tanto valesse conoscere il vero come vivere ne l’errore, o, forse, meglio questo mirabile errore, gettato come disfida e ribellione de l’uomo contro la fatalità de le cose: fonte perenne di valore e di eroica bontà.



Vero è che G. Giacomo non disse le magiche parole al figliuolo, e questi non balzò dal suo letto, non s’armò per la battaglia, non abbandonò la sua casa, ma visse in quella come era vissuto suo padre, visse coltivando la terra e ben profondo immergendo l’aratro nel suo misterioso seno che sotto i morti raccoglie e su fa rifiorire l’odoroso frutto de la vite e de la spica: così tu pure, o mite lume de la Madonna, ardesti intatto tutta quella notte e molte altre ancora; e la Madonna, soave bambola mistica, simbolo vano, che pur diventa realtà