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testa fiorente di giovanezza, era posata sul petto di lui, il suo petto dove era il suo mite ed imbelle cuore.
G. Giacomo stette a lungo a contemplare, e i momenti de la notte fuggivano l’un dopo l’altro, e il sole che mette in fuga i fantasmi, s’annunciava al biancheggiare del cielo.
Perchè dunque non si affrettò a compiere l’opera per cui era venuto, e gliene aveva dato potere la Morte, perchè contemplando, di gran pianto si riempivano le orbite de gli occhi? Quale nuova pietà o nuova idea era maturata in lui in così breve tempo, a la vista de le sua casa e del suo figliuolo addormentato?
Forse pensò che, se a quel suo viaggio si era mosso per il bene del figlio, nessun altro bene poteva essere maggiore di quello di cui godeva, e che sorgendo dal suo letto, e abbandonando la sua casa, per quanti maggiori piaceri la vita vera gli avesse potuto somministrare, certo il suo riposo non sarebbe stato più così sereno e dolce come allora, e le sue guance sarebbero divenute pallide, e frementi le sue carni; forse pensò che era meglio,