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Fu dunque così come dovea essere e però non fu dolore nè disinganno.
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Ma ne l’umido letto del camposanto, sotto le radici dei cipressi che cantano ai venti le querele dei morti, un rimorso cocente rodeva lo spirito di G. Giacomo; nè il lento tramutarsi del suo essere in nuove forme di vita valeva a lenirne il dolore. Egli pregò la Morte perchè gli concedesse di ritornare ancora per breve ora su nel mondo. Voleva andare dal suo figliuolo e stenebrargli la mente de l’errore in cui lo avea allevato e indicargli la via de la felicità. E la Morte sì gli concesse, e gli diede meraviglioso potere d’imprimere per incanto ne la mente del suo figliuolo la conoscenza del vero.
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Dunque fu in una notte fredda e piena di luna che egli si levò dal suo letto del camposanto e si avviò verso quella che fu la casa de la sua gente e la sua.