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cadere tanti dolci affetti, tante gentili e buone costumanze in cui credevano i nostri antichi? E pur supponendo che il futuro possa essere migliore de l’oggi, e il male generare il bene, che importa per questo quando è ne l’oggi e nel male che ci conviene di vivere? —

Rispose sorridendo il giovane: — Voi, credenti nel regno di Dio, giudicate questa vita come vana e passeggera e avete fede in quella che godrete lassù: ebbene anche noi abbiamo la nostra fede, perchè sentiamo di formar parte di questa infinita, eterna a meravigliosa materia; e ne la conoscenza de le sue leggi e ne la ricerca spassionata del vero troviamo un piacere se non lo stesso, certo forte come quello che voi provate ribellandovi col concepire un effimero e fantastico regno di Dio; ma parimenti come voi, per salire ben ispediti su per il bel sereno, avete scritto ne le vostre leggi che non conviene essere gravi de gli affetti terreni, così sappi che anche noi, che riponiamo ogni bene su la terra, dobbiamo non essere di troppo affezionati a l’antico, ma solo considerarlo in quanto è esso pure un fatto necessario finchè il nuovo non