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La nebbia si era sciolta in una pioggia sottile, quasi invisibile, acuta come punte d’ago. E quel rumore indistinto che brontolava assopito e lontano, era improvvisamente scoppiato con fragore incessante e montava sempre.

Era l’immensa città che si destava dal sonno.

Le carrozze s’incrociavano, si scontravano con improvviso e sicuro arretrare di cavalli, poi riprendevano la loro corsa; carri, carrette, furgoni carichi de le più disparate mercanzie, facevano tremare il suolo, gemere le stagge de le ruote, tendere il collo ed i garetti ai vigorosi cavalli.

Ma su le rotaie polite scivolavano allegramente i tranvai, già pieni di gente, ad un bel trotto di cavalli, facendo con le ruote saltare, come ad ondate, l’acqua de le pozzanghere.

I commessi ripiegavano le imposte e sospingevano innanzi le vetrine; i venditori di giornali