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Caro giovane, — replicò G. Giacomo riprendendo con dolcezza la voce abituale, — se provasse quanto piacere e quanto bene arreca a l’animo un’esistenza riposata e modesta trascorsa in libero lavoro e ne l’adempimento di opere buone, certo non ragionerebbe così. Ebbene prenda moglie, cerchi una buona e savia giovane, si crei una famiglia, un genere di vita più conforme a natura, e vedrà che la vita le sembrerà piacevole lo stesso senza domandare ad essa troppe cose che non può dare. —

— Me ne guarderei bene dal far ciò e specialmente dal prender moglie — rispose l’altro ridendo, — tanto più che la scienza ha dimostrato che l’uomo è di sua natura poligamo, e il matrimonio non sussiste che come contratto o come solenne corbelleria. Per buona fortuna ella è solo, credo, a pensarla in questo modo, se no, addio progresso, addio civiltà! —



La notte dopo questo colloquio, stando nel suo letto d’albergo, si destò G. Giacomo ad uno squillo