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che deriva ai loro padroni da quanto producono, mentre oggi non ne godono che in proporzione minima.

Non furono essi che di propria volontà elessero questo genere di vita: è vero; anzi vi furono fatti entrare per forza; ma una volta entrati, ci vogliono rimanere e ci vogliono stare bene. Creda, ne la storia non si va a ritroso; ed oramai questi proletari sono entrati nel torrente de la vita moderna; ne sentono tutti gli stimoli, tutte le passioni, ne intuiscono tutte le squisite raffinatezze; e perciò la felicità che ella, mio buon signore, vorrebbe offrire loro, creda che i più la disprezzerebbero. Guardi, io le faccio una supposizione de le più arrischiate: ponga cioè come cosa possibile che i lavoratori, essi e non altri, non solo potessero, ma dovessero essere i padroni e gli arbitri assoluti di tutti gli utensili e de le materie di produzione: bene; crede forse che per questo essi desisterebbero dal loro lavoro o arrestassero l’andare di quelle macchine che a lei fanno tanta paura?

Nemmeno per sogno: essi sono affezionati a quei loro grandi e frementi ordigni come l’artigliere a