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la polvere. Il telegrafo, il giornale, il libro, la tribuna, le linee ferroviarie ne sono i mezzi; si combatte con le industrie, con le operazioni finanziarie, con i commerci, con le invenzioni meccaniche e scientifiche, per un’idea o politica o sociale, per il trionfo di una classe su un’altra, infine per tutto quello che vuole, anche per combattere la guerra, ed i forti sono sempre quelli che hanno ragione.
Non si bivacca nè si dorme più sotto la tenda; ma ogni mattina capitani e gregari, levandosi dai loro letti, sono al posto di combattimento; e se non si sparge sangue, ciò non toglie che vi siano lo stesso vincitori e vinti, feriti e morti. È questo forse un buon motivo di commuoversi o di affliggersi come ella fa?
Sono i vincitori che contano, vincano a torto e a ragione. G. Cesare che a Farsalo ordina di menare in faccia ai gentiluomini di Pompeo, non è un buon cavaliere, ma è sempre G. Cesare: il finanziere che ha accumulato dei milioni, anche passando per i tribunali, è sempre una persona molto rispettabile. Solo i vinti non hanno mai formato la storia. —