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lavoratori e contadini felici, secondo il loro stato, in quanto che partecipavano per la metà di ogni raccolto; e soprattutto perchè de la villa godevano l’uso giornaliero, come fosse di loro, i benefici de l’abitazione, la lietezza di una vita operosa, ma indipendente e sicura de l’indomani per sè e per la famiglia.

Ora quest’ordinamento buono dei campi già cominciava a vacillare e a scomporsi.

Molti che erano possessori di poca terra, si erano, a poco a poco, dati a vita più larga e spendereccia: i figliuoli a le scuole, le ragazze ben vestite, secondo che porta il costume, la casa rifornita di tutti quegli agi che per la universalità de gli uomini non è possibile conoscere senza sentirne il bisogno. Di che, oppressi da le imposte e dai debiti contratti con leggerezza pari a la ingannevole facilità del credito, aveano dovuto vendere il loro poco avere e cercare per sè e più per i figliuoli uffici che permettessero di vivere senza dipartirsi da le contratte abitudini. Quei piccoli fondi furono congiunti in proprietà o tenute maggiori, molte case abbattute, molte famiglie di contadini licen-