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Da tre anni G. Giacomo giaceva in un cantuccio di quel cimitero, quando in una notte lunata e gelida d’inverno, ottenne di levarsi dal suo sepolcro: sorse e si avviò verso quella che fu la sua casa.

I morti camminano in fretta, come dice una ballata tedesca, ed egli non molto andò fuggendo per il silenzio de la serena notte, che fu giunto presso un viale di alberi dietro i quali biancheggiava una villa per la luna che vi battea in piena luce.

Quella era la buona casa antica di sua gente. Non la circondava nessun parco all’inglese, piantato a cedri ed a pini e digradante fra cupe edere e stagni; ma pel declive del colle s’arrampicavano i tronchi de gli ulivi — gentile pianta latina — e, al buon tempo, frondeggiavano col loro fine fogliame argenteo e v’erano filari di viti e campi