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goglio; ma, persuadetevi che non è cosa naturale, e, se anche fosse, non sarebbe cosa buona. —
— Non è naturale il volere che i figli propri trionfino? Domandatene a G. Giacomo che è padre come me. —
Questi che fin’allora si era rimasto ad ascoltare quella strana disputa, interrogato, rispose bonariamente: — Oh io, dottor Lorenzo, non ci arrivo tanto in là ne le vostre discussioni: io lascio il mio figliuolo ruzzare al sole fin quando vuole...
— Ma che cosa ne vorrai fare? un ignorantello, un ozioso... —
— Come me, volevi dire? — interruppe sorridendo G. Giacomo.
— No, perchè tu sei un uomo buono. —
— Bravo! Se io ti sembro un uomo buono, come vorrei essere con l’aiuto di Dio, così desidero che il mio figliuolo diventi un uomo buono e nient’altro. —
— E non vorrai tu istruirlo? lo lascierai crescere così, come vien viene, in queste campagne? —
— Io?... io, quando sarà grandicello, gli insegnerò a leggere, a scrivere e a fare un po’ i conti;