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84 | alfredo panzini |
— Ma perché, — domandò la dama, — avete cosi oltraggiato l’amica dell’amico di Cesare?
— Per vostro onore.
— Che intendete dire, per mio onore?
— Che io non permetterò mai che altra donna si vanti in vostro confronto.
— Ma voi ne morrete!
— Mi sarà dolce morire per voi.
— Io non permetterò mai, — disse la dama, — che cosi nobile giovine muoia per me senza ricompensa. Io vi farò un piccolo dono. Attendètemi questa notte.
E lei venne a lui furtiva di notte con un piccolo dono che aveva portato via da suo marito; ed era mirabile quel dono perché lei diceva che era il primo che lei rubava per lui da suo marito.
E cosi lei dicendo, quel corpo raccolto e concluso di lei gli palpitò fra le braccia nella gioia del via gittato pudore.
— Oh, povero bimbo di Cato, Catulius ! — diceva la dama.
E lui si sente prendere il volto dalle mani di lei come entro una coppa, e si sente trapassare in bocca da una fiamma umida e fredda. Un bacio perfido e sapiente che disciolse la mente al giovanetto.