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il bacio di lesbia 63


E sbarrò in faccia a Catullo uno sguardo micidiale che voleva dire: «quand’io ti guardo, tu mi sembri un Dio».

E Cicerone disse: — Voi, dòmina, non potete sentire et ideo exprimere cosí perché voi avete troppi Dei e Saffo ne ebbe uno solo.

— Impertinente! — disse la dama. — Voi, tenete a mente, non mi sembrerete mai un Dio, anche se vi fate chiamare padre della patria.

Queste parole della dama mossero un poco a riso quei giovani, e con poco rispetto per il grande oratore.

E Catullo disse:

— Risponderò come potrò alla vostra domanda.

— Sentiamo.

— Perché Saffo era una creatura pura.

La dama corrugò le ciglia e disse:

— Questa è una curiosa risposta. Però mi piace. È molto interessante questo vostro amico, Marco Tullio.

Stette un po’ pensierosa, poi domandò a Catullo:

— E allora spiegatemi questi altri versi.

La dama prese da uno sgabelletto una cetra e accavalcando il sandalo brigliato d’oro sul ginocchio, si curvò, fece col plettro vibrare le corde. La voce pur difettando di dolcezza, non