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dire male del vostro collega senatore: io lo credo un po’ ristretto di mente come lo zio.

— Già, dama, — disse Cicerone, — tutte le volte che una virtú non piace piú, le si cambia nome. Soltanto è ammirevole come questo sistema sia comune tanto ai tiranni quanto ai demagoghi: ideo virtus calumnianda semper et vituperanda.

— Basta, vi prego, Marco Tullio, — disse la dama —. Un uomo di spirito come voi, fare il moralista anche quando non fate concioni in piazza!

Qui si accese una diatriba fra la dama e Cicerone. Non che Cicerone fosse anziano ché anzi era nella sua virilità, ma stonava un po’ fra quei giovani.

Dice la dama:

— Il vostro collega Catone vi ha consigliato male quando avete fatto strozzare quei cinque cittadini romani!

— Catilinarii, catilinarii! —, dice Cicerone.

— Lasciàmola là coi catilinarii —, dice la dama.

— Tutto il Senato —, dice Cicerone —, fu per la condanna a morte.

— Meno Cesare —, dice la dama —, che aveva piú occhio di voi e di Catone. E poi, e poi! Avete commesso un’illegalità. Vada per il voto del Senato; ma voi console, voi uomo