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il bacio di lesbia 27

i Persiani, gli Spagnoli, gli Sciti: tutti vinti e domati. I Parti sagittarii, sterminati. E lascia che i barbari si ammazzino tra loro! Non ci manca da conquistare che le ricchezze degli Arabi e i tesori dell’India. Meglio di cosí non può andare. Eia! Eia! Caro Mecenate! Stiamo allegri e pensiamo alla salute. Al resto ci pensa Giove. Consigli questi, — concluse Augusto con mutata voce — , da dare a un consigliere di Augusto?

Veramente Orazio aveva terminato la sua odicina con meno parole, anzi due parole che volevano dire: «per quest’oggi, Mecenate, non ti occupare di politica».

Piú che per lui, il rimprovero di Augusto dispiaceva a Orazio per riguardo di Mecenate; ma non era il caso di ribattere e molto meno poi di discutere chi aveva piú spirito: se i Romani a prendere tutto sul serio, o gli Etruschi a sorridere anche su le tombe. Però volle rispondere al primo rimprovero.

— Posso parlare?

— Parlate, — disse Augusto.

Orazio disse:

— Quando venni a Roma, ero un povero scrivanello che a fatica tiravo avanti la vita, eppure l’avrei sposata quella cara fanciulla! Ci eravamo fidanzati, ma è morta di mal sottile: brevi giorni gli Dei concessero a Cinare, e da