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XXXV

LA CANDIDA DIVA


E

il mio letto è pronto?

— Il vostro letto è pronto, o signore.

Quanto lo abbiamo desiderato! Poseremo alfine nel nostro caro dolce letto. Nel dolce caro letto riposiamo, nel letto dei padri, nella casa dei padri.

— Riposate, mio signore — , disse il servo, — i vostri occhi sono stanchi.

— Ho molto vegliato, infatti. Ora est tempus dormiendi. Quiescimus, quiescemus, requiescemus in pace: dulci acquiescimus lecto. Dopo tanto travaglio per terre e per mari, requiescat Catullus in pace. Finalmente! Oh, come si sta bene!

E l’anima di Catullo era piena di piacevoli imagini quasi infantili, un po’ folli (ma questo era suo costume e non se lo poteva levare); ma non inoneste, non spiacevoli.

Una voce gli cantava la ninna nanna cosi: «Catullo, faremo un annuncio per il pubblico per fargli sapere che Catullo è diventato savio, anzi savissimo».

«Che bella cosa aver messo giudizio! Ma