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220 | alfredo panzini |
questa sorte. Egli fu il nostro Socrate latino.
Egli credeva in fede nella grandezza dell’anima.
E voi che ne dite, amici, di questa faccenda dell’anima ? Perché io non ve lo so dire. Chiunque crede e combatte per gli umani trofei, sarà ucciso da Oga e Magoga.
Gli amici allora, udendo tal nome, domandarono chi era Oga e Magoga.
Catullo rispose:
— Genti paurose dal muso camuso.
— Dove le avete vedute?
— Nei miei viaggi.
— Avete fatto ben strani viaggi!
— Non sono stato io; è stato il fasello.
— Dove avete visto Oga e Magoga?
— Veleggiando verso Oriente. Allora il fasello impaurito si rivolse verso Occidente. Navigo verso Occidente e me li trovo ancora di fronte. Devono aver girato il mondo dall’altra parte. Tutto il mondo è Oga e Magoga. Aiuta, aiuta, spada di Cesare!
— Ma quanto tempo avete viaggiato?
— Ecco una cosa che non vi so dire perché non ho chiuso mai occhio. Perciò i miei occhi sono molto stanchi. Ma se anche avessi dormito mille anni, credo che svegliandomi troverei le cose come sono prima. Ah, quanto mi fa dispiacere quello che mi avete raccontato di Marco Tullio!