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il bacio di lesbia | 169 |
madre affinché tu fossi signora dei monti, delle selve virenti, delle campagne remote, dei fiumi sonanti».
Doveva essere una di quelle preghiere che si cantavano nel sesto mese, che era appunto il mese d’agosto, quando la luna è più bella.
Ma forse perché quei versetti facevano assonanza, Silvarumque virentium, Saltuumque reconditorum, Amniumque sonantum, ecco mi vennero in mente quelle rogazioni che le genti delle campagne fanno ancora al tempo dell’Ascensa per ottenere buoni raccolti. Probabilmente era ancora un effetto di Diana che si trasmutava in quei versetti: diventava Eileitia, o Ilitia, che aiutava i raccolti umani e assisteva le puerpere a partorire, e poi con il suo corso mensile aiutava i contadini per le opere e i raccolti della terra, e infine li raccoglieva tutti gli uomini e li conduceva nella casa dei morti dove lei era la regina.
Niente, dunque, luna romantica! Niente luna, prima tappa per i nostri astronauti!
Quale confusione nella mia mente!
Oh, io dico che è cosa deplorevole stare insieme con certi poeti!
Non si sta più nemmeno attenti al parlatore della radio, che conta i minuti secondi e dice: «Attenzione! Comincia l’orchestra del piccone».