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166 | alfredo panzini |
de profundis erano uomini che erano anziani, che una qualche ragione di misfatto la avevano per domandare grazia al cielo; ma Catullo non ha misfatto, ma Catullo è fiore di giovinezza: non ha raggiunto nemmeno il mezzo del cammino della sua vita. Perciò fa un senso strano sentirlo pregare cosi.
Cosi dice:
«Dove soccorso umano non approda, arriva il soccorso degli Dei ».
«Uomo qui non vale, si tremendo è il male». «Si, preghiamo gli Dei, Catullo, che abbiano compassione di questo povero innamorato. Liberàtemi, o Dei, di questo male di amore».
«Non c’è altra cura che estirpare dalle viscere questo amore. Si, è difficile liberarsi sùbito di un male cosi inveterato. Molto difficile! ma, o Dei del cielo, se è vostro dovere aver pietà degli infelici mortali, se ai moribondi portate soccorso, guardate me cosi infelice! Se sono stato, come sono stato, uomo da bene, portatemi via questo male cosi cattivo».
«Oh, buoni Dei, adesso non vi domando quello che già vi ho domandato: che lei mi voglia bene, oppure quello che neanche voi potete fare, che a lei venga in mente di essere donna da bene; ma che io guarisca da questo orribile male. O buoni Dei, datemi questo