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Ma Francesco Petrarca quando scrisse quella canzone, si degna dell’immortalità, era già arrivato al confine della vita; e Laura, poi, era morta da tanto tempo che quegli ardori carnali di lui non potevano essere sentiti se non in spèculo et aenigmate.

Potremo anche ricordare poeti di Francia antica e di Francia nuova, poeti d’Inghilterra, poeti di Germania non troppo lontani da noi, che si rivolsero alla Regina del Cielo affinché volgesse i suoi occhi, cosi ricchi di pianto, sopra le umane miserie. Si tratta di nobili poeti e perciò quelle loro preghiere in poesia sono vere.

In poesia non si finge perché se la poesia è finta è già morta. Chi finge è ignobile poeta.

Pregarono anche i re che siedono a giudici degli uomini. Pregarono anche i popoli. I pagani purificavano anche i campi con le preghiere, e cosi fanno i cristiani nel mese di maggio. Può anche avvenire che uomini e popoli siano colpiti da afasia, e allora non sanno, non possono più pregare : sono colpiti da amnesia, non ricordano più le preghiere. E allora non più le palme, ma il pugno chiuso rivolgono al cielo, fanno crollare i templi e qualche volta si uccidono fra loro : la loro iconoclastia si trasmuta in antropoclastia.

Ma quei poeti, quei re che cantarono i loro