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110 | alfredo panzini |
detto al timoniere: «Tutto alla banda verso il fronte popolare». Allora Cicerone scrive a Pompeo una lettera piena di complimenti per la sua vittoria sopra Mitridate, e poi dice:
«Io mi aspettavo le tue congratulazioni e per dovere di collega et reipublicae causa. Stai zitto per non comprometterti coi popolari? Allora parliamoci chiaro: se tu hai vinto Mitridate, noi abbiamo salvato la civiltà! Noi abbiamo fatto tali cose in Roma di cui la fama durerà in eterno e avrà l’approvazione di ogni gente.
Quando verrai a Roma e saprai le gesta compiute, meo consilio et tanta animi magnitudine, sarai felice di essere congiunto in amicizia con me». La congiura di Catilina? — domandò ironicamente Clodia a Catullo. Ribellione di pochi patrizi squattrinati, che lui mutò in tragedia. E dopo ciò non vi pare di vedere Cicerone che incede in trionfo e dice a Pompeo:
«Prima io, e dopo te. Cedant arma togae»?
— Vostro fratello, allora!
— Un buon ragazzo, di cuore, sapete! Ma crede che tutto si possa risolvere col pugnale.
— E allora? — domandò Catullo.
— Allora? Non ve lo so dire. Vivamus, mi Catulle, et amemus, — concluse la donna con dolce sorriso.