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106 | alfredo panzini |
la bella Pompea abbandonata piange! Tradita per Mamurra!
Strideva cosi dicendo il riso di Clodia, e continuò: — Mio fratello qui è stato battuto da Cesare, e gli brucia proprio ! C’era una simpatia di Pompea per mio fratello. Ma state certo che Cesare arriva sempre prima, e quando meno ve lo aspettate. È tanto che dicevo a Clodio: fa presto, deciditi, sposala. Oltre a tutto, era un ottimo affare politico. E intanto è arrivato Cesare. Dicono, e ’io non dico di no, che mio fratello è un libertino. Ma io vi dico anche che è una vittima delle signore, pulzelle e maritate. Non lo lasciano in pace, e intanto trascura gli affari. Ora Clodio va dicendo che lo vuol far becco, a Cesare, e in modo clamoroso si che tutta Roma lo sappia e ne rida, ma non si sappia da chi ha avuto questo onore. E vèntila certi suoi piani! Non è cattiva idea, gli dico io. Tu prendi con una stessa fava due piccioni: il piccione sentimentale e il piccione politico. Cesare, fatto cornuto in grande, notorietà, diventa la favola di Roma, e se Venere genitrice non lo assiste, può essere smontato presso la mobile turba dei Quiriti.
Per meglio intendere queste parole di Clodia, diremo come Pompeo aveva concesso la