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Blu — 52 — Boc


Blue-books: così si chiamano in Inghilterra, per ragione della loro legatura azzurra, i libri presentati dal governo al Parlamento, nei quali sono stampati i rapporti politici e le corrispondenze diplomatiche: di ugual natura sono il libro Giallo, in Francia; il libro Verde, in Italia; il libro Bianco in Germania e il libro Rosso in Austria.

Bluet e bleuet: voce che ricorre più che comune, specie su vezzose labbra. Essa è una specie di centaurea (centaurea cyanus) che fiorisce tra il grano, ed è così nominata dalla specie più comune, di colore azzurro. Questo fiore fu, se non erro, carissimo al defunto imperator di Germania, Guglielmo II Noi abbiamo la bella voce ciano, fiordaliso. Lo credano, le signore, fiordaliso è più elegante suono di quel tronco bluet. Nell’Istria è chiamato semplicemente fior del formento.

Boa: (boga, secondo il Guglielmotti) indica in marina una cassa di ferro galleggiante, per lo più cilindrica, la quale trattenuta su le rade o nei porti da salde catene, offre alle navi buon punto di appoggio.

Bobba o bobbia: «materia tra liquida e densa in quantità» così il Petrocchi, togliendo dal Fanfani; ed altri: «mescuglio di più cose a foggia di unguento e di savore etc., per lo più per medicina». Nel dialetto di Romagna boba vale spregiativamente per minestra cattiva e stracotta. Si dice quivi per rafforzamento plebeo anche sboba. Così pure nel Veneto.

Bobèche: con questa parola di etimologia incerta si chiama quel piattellino che posa sul candeliere perchè non sgoccioli la candela. Come si dice in italiano? Palmetta, scodellina, bocciuolo, padellina, foglia come dicono in molti luoghi? Fra tanta ricchezza di parole la gente elegante usa la voce francese.

Bobina: voce tecnica oramai entrata nell’uso, fr. bobine e che si batte con probabilità di vittoria con la nostra parola equivalente rocchetto. Bobine, ing. bobbin, è di etimologia incerta (da bombyx per la sua simiglianza col bozzolo?) ed indica quel cilindro attorno al quale si avvolgono i fili metallici nelle macchine elettriche.

Bocca baciata: il grazioso nostro proverbio che così comincia e segue: bocca basciata non perde ventura, anzi rinnuova come fa la luna, è assai antico, e pieno commento ne fa il Boccaccio, riportandolo in fine della novella VII della giornata II.

Boccaccesco o boccaccevole: non solo vuol dire alla maniera del Boccaccio, come portano i lessici, ma libero, salace, licenzioso, come sono molte novelle del Decameron.

Bocca della verità: dicesi di persona veritiera al sommo, e più spesso si dice in senso ironico. Bocca della verità era chiamata una maschera colossale di pietra, dell’epoca romana, conservata nella Chiesa di S. Maria in Cosmedin: si racconta che nell’Evo medio i Romani, allorchè prestavano giuramento, affondavano le mani in quella bocca che non le lasciava uscire se erano spergiuri.

Bocca del leone: vale spia, delazione segreta, dalla bocca del leone marmoreo che in Venezia riceveva denunzie e petizioni.

Bocche inutili: nel linguaggio militare e trattando di assedi si dissero bocche inutili coloro che, come le donne, i bambini, i vecchi non possono dare aiuto alle difese e consumano le vettovaglie. La locuzione spesso è volta a senso più esteso, e dicesi di chi mangia senza produrre. Fr. bouches inutiles.

Bocca: nella locuzione nostra dire, concedere a mezza bocca vale in modo incerto, non sicuro, senza affermare o negare, come fanno spesso coloro che vogliono togliere a sè stessi parte del peso delle responsabilità.

. Bocciare: colpire la boccia con la boccia nel giuoco omonimo. Bocciare indica pure schiacciare agli esami, respingere, rimandare: termine ancorchè molto volgare, notissimo, in i specie agli scolari.

Bòccola: chiamano i meccanici e i ferrovieri quella scatola sopra posta alle ruote che contiene il grasso per ungere i supporti degli assi dei veicoli e delle locomotive (boîte à graisse in francese, achsenbüchse in tedesco, axlebox in inglese). | Bòccola in alcune regioni è detto l’orecchino. Es. un bel paio di bòccole,