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Bêt — 47 — Bic


Bête noire: dicono in Francia figuratamente c’est la bête noire, c’est ma bête noire per indicare una persona malvista e malefica che ricorre spesso nel fatto o nell’imaginazione, e così diciamo noi pure, anteponendo la forma francese alla locuzione tradotta od alle equivalenti italiane.

Béton: voce francese usata in voce di calcestruzzo (cemento, sabbia e ghiaia).

Betonata: grande costruzione in calcestruzzo. Neologismo abusivo.

Betting: dal verbo inglese to bet, scommettere. Indica il valore e l’insieme di coloro che scommettono nelle corse. Voce dello Sport. Usasi pure in francese.

Bettònica: erba perenne, già reputata di molta virtù medicinale, lat. betonica, vetonica, vettonica, che Plinio trae dal nome dei Vettoni, gente di Spagna. Essendo erba notissima, ne venne il modo di dire essere noto come la bettònica.

Beva: sost. fem., voce toscanissima, con valore tecnico nel linguaggio degli enologi per indicare la condizione ed il tempo in cui un vino è maturo, fatto, buono a bevere, onde la locuzione entrare in beva per dire essere buono a bere, di pronta beva, etc. Usasi anche in senso traslato: esser nella sua beva, per dire essere in affare di suo genio. Ma è modo regionale e molto familiare.

Bévue: voce francese, spesso usata nel linguaggio mondano e vuol dire topica (?) sbadataggine, inavvertenza di chi per distrazione o per storditaggine commette qualche errore, come sarebbe ricordare cosa che non deve essere mentovata, non ricordare nomi o fatti che si suppongono noti, insomma nella prammatica delle convenienze mondane commettere qualche disattenzione. A questo già usato vocabolo si sostituisce talvolta la voce nuova gaffe. V. questa parola.

Bey: voce turca beig = signore; ed è titolo che non sempre ha senso preciso. Spesso è dato al governatore d’una provincia o d’una città. Es. Bey di Tripoli.

Bianco-segno: per firma in bianco è voce comune nel linguaggio degli uffici e ricorda il blanc-seing de’ francesi.

Bibelot: da bimbelot, giuoco da bimbi, dalla stessa radice bimb o bamb da cui bimbo, bambino: così si chiamano in francese quelle minuterie da chincagliere il cui pregio più che nel valore intrinseco o nell’arte, consiste nella curiosità e nella novità, e servono da sopramobili. Minuterie, come sopra è detto, è la voce che meglio vi corrisponde: ninnoli, anche; e avrebbe il medesimo valore etimologico che bibelot.

Biberon: dal latino bibere, bere. Voce francese di frequente uso. Non manca la parola nostrana poppatoio. Molti del popolo cui l’ignoranza salva dal guastare l’idioma natìo, dicono bottiglietta. «Questo bambino fu tirato su con la bottiglia». Molti dicono «biberone», come dicono bombone [bonbon] tirabusone [tire-bouchon] etc., le quali sono voci, oltre il resto, di orribile suono: il che non è in francese, in cui lo sfumato accento e la desinenza tronca danno snellezza.

Bibliografia: scienza del bibliografo; la quale distinguesi in materiale, e in letteraria o scientifica. La prima intende a far conoscere materialmente i libri per mezzo dei cataloghi, nei quali se ne fa una minuta descrizione e indicandone la rarità e il prezzo: e questa è propriamente la parte dell’istruito libraio, e dell’arte librària. La seconda tratta criticamente del merito dei libri.

Bibliomanzia: superstizione che consiste nell’aprire a caso la Bibbia (o qualche altro libro) e leggere il capo che cade sotto gli occhi, dando ad esso una speciale interpretazione.

Bicicletta: termine molto più usato che non velocipede; eppure cotesta parola attende di essere registrata nei dizionari. Essa, come è noto, è l’antica draisienne (V. questa parola) perfezionata nel secolo XIX e giunta a tale grado di compiutezza meccanica che non pare più suscettibile di altre modificazioni. La bicicletta delizia e cura di ogni sesso e di ogni età, fu cantata in italiano ed in latino, nella qual lingua Ludovico Graziani compose un leggiadrissimo poemetto intitolato Bicyclula (chè tale è la buona versione di bicicletta, e non, come altri scrisse, birota velocissima) e questo poemetto fu premiato nella gara poetica annua di Amsterdam (anno 1900). Alcuni, tanto per variare, scrivono anche bicicletto.