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Vol | — 526 — | Vox |
che questi oggetti volino; hanno però messo delle ali simboliche, cioè sono scomparsi per effetto di furto. E dicendo volo, pare si intenda che quegli oggetti non torneranno più al luogo natio. Un purista scrupoloso potrebbe in questo volo veder balenare il fr. vol = furto. No. Tanto è vero che familiarmente si dice che la roba mette le ali, per dire scompare (Cfr. Volata e cfr. pure Ignoti ladri).
Volt: sotto questo trasvestimento si nasconde Alessandro Volta, il grande fisico nostro (1745-1826). Il suo nome dai congressi scientifici fu onorato col diventare misura di unità di potenziale: ma ha dovuto pagare il pedaggio di un’a. Che quell’a secchi agli stranieri, capisco; ma che noi italiani, imitatori incorreggibili, deformiamo il gran nome, capisco poco, anzi troppo. Io credo che se noi dicessimo volta, gli stranieri rispetterebbero la nostra pronuncia. Anche da noi usa il plurale all’inglese, volts.
Volta: (V. Volt).
Voltaggio: dall’ingl. voltage. Voce di elettrotecnica: indica il numero dei volta (potenziale elettrico).
Voltaire: è detto in molte parti d’Italia quel merletto che copre le spalliere delle poltrone. Ora in francese questa parola non c’è in tale significato, ma si dice voile de fauteuil. Da che può esser provenuta questa parola? Probabilmente da fauteuil à la Voltaire, nota specie di poltrona con spalliera e bracciuoli imbottiti, detta anche duchesse. Secondo altri si dissero cotesti veli voltaire, perchè conversando con la signora di Chateauneuf, il filosofo pose un pizzo sul dorso della poltrona per adornarla. Comunque sia, questo merletto nel dizionario del Carena è chiamato capezziera e nel Rigutini (Appendice al Voc. della lingua parlata) capiera, due parole che non intesi mai adoperare. NB. Del resto il numero delle parole pseudo-francesi coniate in Italia, ma non usate in Francia, è abbastanza ragguardevole per non porgere argomento di qualche pensosa considerazione, la quale può il lettore trovare nella Prefazione o può fare da sè, ove ciò voglia e sappia. A voltaire aggiungi: notes, tout de méme, o tout même, vino brulè, vitello tonnè, zuppa alla santè, marbrè, compteur (l'orologio che conta il gas o contatore), etc; tutte parole a suo luogo notate e con giusta chiosa. Vedi anche ciò che è detto alla parola Obice, tradotto erroneamente dall’obus francese, in vece di bomba o granata.
Voltar la giubba o il mantello o la casacca: locuzione nostra familiare, vale mutare bandiera, fare un voltafaccia, specialmente in politica.
Voltèr: V. Voltaire.
Volterriano: seguace delle idee del Voltaire, cioè razionalista, materialista, ateo, spirito critico e satirico, etc. Voce oggi caduta in qualche oblio, ma usatissima un tempo fra noi per significare con disprezzo quelli che non erano troppo ligi al trono od all’altare, e più o meno fortemente risentivano dell’influsso della Rivoluzione di Francia.
Voltimetro o voltometro o voltmetro: termine di elettrotecnica: indica il galvanometro destinato a misurare in unità volta una differenza di potenziale elettrico.
Vom Fas: anche nelle borgate nostre, presso il confine svizzero, si legge questa scritta tedesca alle mescite di birra: Bier vom Fass = birra di botte, cioè birra fresca, conservata in fusti.
Von: prefisso nobilesco presso i tedeschi.
Vongola: nome vernacolo napoletano di mollusco bivalve, eccellentemente quivi ammannite a far zuppe e condire maccheroni.
Vota stringendo la terribii ugna: noto, e turgido verso del Monti (Basvilliana, I, 3), detto in senso faceto di chi non potè prendere ciò che agognava minacciando.
Vous l’avez voulu: (V. George Dandin, etc).
Vox clamantis in deserto: (Isaia, cap. XI, 3; S. Giovanni, I, 23) voce di chi parla nel deserto, cioè «avvertimento non ascoltato», onde la locuzione parlare al deserto.
Vox populi, vox Dei: voce di popolo, voce di Dio: stupenda sentenza popolare, se intesa con discrezione. Di probabile origine biblica (Cfr. Isaia, LXVI, 6), nè mancano fra i classici concetti consimili