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alla gentilezza si fosse aggiunta la forza, l’onore della commedia latina sarebbe pari alla greca commedia. Invece vis venne unito a comica, onde il felice errore.

Visione: nelle locuzioni prendere, dare visione (di atto o documento) è fra le più spiacenti e comuni maniere del gergo curialesco e degli uffici. «Nessuno, neanche di quelli che spaccian per povera la lingua italiana, dirà che queste maniere sono necessarie». Così a buon diritto il Rigutini. La spiegazione più plausibile che se ne può dare è che il gergo curialesco ha bisogno di frasi fatte e che esprimano in modo non comune le cose più comuni: in cotesto la goffaggine ha buon passaporto.

Vis medicatrix naturae: lat., la forza medica che è nella natura, antico termine, universalmente usato per indicare i poteri difensivi dell’organismo. Ad es., le papille nasali che fermano il pulviscolo atmosferico; i fagociti, cellule che si impadroniscono degli agenti patogeni; la compensazione nei mali cardiaci, etc.

Viso aperto (a): difendere a viso aperto, cioè con fermo coraggio, senza umano rispetto o paura, è viva locuzione (quasi frase fatta per il suo uso anche fuor di proposito), tolta dal canto di Farinata, Inf. X.

Vissere!: forma vezzeggiativa e affettuosa del dialetto veneziano; viscere mie! cuor mio!

Vissuto: come attributo di opera letteraria, es. un libro, un romanzo vissuto, vale realistico, ed è neologismo tolto dal neologismo francese vécu: un roman vécu, c’est une oeuvre vraie qui dépeint les scènes et les moeurs dans toute leur réalité contemporaine.

Vistare: neol. del linguaggio burocratico, vale munire del visto un documento, un atto. Voce ripresa dai puristi: non è dal fr. viser, ma da visto.

Vitam impèndere vero: lat., sacrificare la vita alla verità, (Giovenale, IV, 91). Fu motto del Rousseau.

Vitanda est improba Siren, desidia: bisogna fuggire l’infingardaggine, triste Sirena (Orazio, Satire, II, 3, 14, 15).

Vitrage: per vetriata, voce francese usata talora abusivamente.

Vittoria di Pirro: vittoria effimera, di apparenza e non reale come appunto quelle che Pirro re di Epiro confessò di aver vinto contro i Romani. Battaglia di Ascoli, 278 av. C.

Vittoria tattica e Vittoria strategica: voci del linguaggio militare: la prima equivale a vittoria parziale nell’esecuzione di un piano, la seconda implica il buon risultato dell’intero piano di guerra.

Vivaddio!: esclamazione comune; qui notata perchè nei dizionari di solito è omessa.

Vi vel fraude: lat., con la violenza o con l’inganno. Antica distinzione del doppio modo con cui si può offendere altrui (V. Cicerone, De officiis).

Vivere e lasciar vivere: nota sentenza. Rende assai bene l’anima nostra italiana, gentilmente amante di libertà per sè e per altrui. Trasportata come norma di vita publica, produce i belli effetti che tutti sanno, ed è indice della scettica nostra acquiescenza al male, tutta a vantaggio dei tristi (V. Giusti, Il Papato di prete Pero).

Vivere est militare: lat., vivere vuol dire combattere (Seneca il giovane, Epist. XCVI, 5). Confronta Giobbe (VII, 1): Militia est vita hominis super terram. Verissimo! V’è però chi milita da generale e chi da fantaccino, e questa è nuova chiosa.

Vivere si recte nescis, decede peritis: se non sai l’arte del vivere, ricorri a chi ne è esperto (Orazio Epist., II, 2, 13).

Vivisezione: dal lat. vivus = vivente e secare = tagliare, indica quegli esperimenti o quelle operazioni che si praticano su animali vivi, allo scopo di stabilire il funzionamento degli organi, od il valore di atti operativi: trasportata come al solito, nel senso morale per esame, indagine. Es. la vivisezione del pensiero, riprendesi dai puristi.

Vizir o visir: titolo d’onore dato in Turchia ai pascià e specialmente ai componenti il Divano o consiglio del Sultano. Onde gran Vizir il primo ministro dell’Impero.

Vlahov: liquore stomatico (V. Fernet).

Vlan: voce di gergo francese per indicare il sommo dell’eleganza = chic, pschutt (V. queste parole).