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male dalla superficie di un centimetro quadrato di platino alla temperatura di solidificazione.

Virage: voce fr., letteralmente virata (V. Virare) voltata^ usata nel linguaggio dello sport marittimo e terrestre, al quale la lingua italiana co’ suoi vocaboli paro inetta o indegna di assurgere.

Viraggio: voce francese {virage)^ da noi usata nel linguaggio fotografico per indicare il bagno d’oro o di platino che modifica in meglio la tinta della stampa fotografica e la rende piú facile a conservarsi.

Virar di bordo: V. Virare e Revireíííent.

Virare: ter. mar., manovra con la quale si compiono evoluzioni con un veliero, e cioè quella con la quale facendolo girare di un determinato angolo per l’azione del timone e delle vele, si passa dall’andatura di bolina di un lato alla stessa andatura del lato opposto, ossia si cambia di mura. Nel linguaggio familiare questa locuzione è estesa nel senso di andarsene^ inutare proposito^ seguire altra direx,ione, fare un roltafaceia^ e si intende per lo piú ironicamente di persona cui minaccia o prudente consiglio confortano a questo.

Virata: term. mar., tempo o spazio necessario a virare.

Viresque acqui rit eundo: acquista forza con l’avanzare^ detto della Fama (Yergilio, Eneide^ IV, 175). Si ripete in ampio senso.

Virgola (bacillo): nome dato al bacillo che è agente specifico del Colera asiatico: cosí detto dalla sua forma curvata a modo di virgola (vibrione), bacillo scoperto dal Koch.

Virtuositá: oggi significa in arte la padronanza della tecnica, che in certi casi finisce per costituire il merito principale e talvolta l’unico di un lavoro d’arte. In corti quadretti, in certe sculture l’autore fa dei miracoli di destrezza, di virtuositá. Sul finire del XVIIl e per buon tratto del XIX secolo, almeno sino a quando il Rossini si imposo con la sua autoritá, i cantanti gorgheggiavano i pozzi piú celebri facondo variazioni, od eran detti virtuosi di canto: accortasi la gente dell’ar tifizio applicò il vocabolo in senso derisorio per lo meno intendendo criticare. Credo che cosí sia invalsa la parola «virtuositá», la quale passò poi anche alle arti del disegno. Quando facciamo la critica di certe opere e diciamo che l’artista si vale della sua virtuositá, fa della virtuositá, non vi annettiamo certamente buon senso.

Virtuoso: V. Virtuositá.

Virtute duce, comite fortuna: (Cicerone, Epist. ad Famil.. X, 3, con la virtú per guida e con la fortuna per compagna). NB. è detto di grande sapienza, giacché la Virtú, quando è sola, fa poca strada; sosta nel famoso pozzo insieme alla Veritá.

Virulenza: (lat. virus = veleno): stato di un microbio o di una tossina capace di determinare nell’organismo dell’uomo dell’animale degli accidenti patologici. Viridenza moralmente vale manifestazione violenta e maligna di nimicizia. Equivale a veleno., fiele., es. G’è del veleno (virulenza) nelle sue parole.

Virus: lat., veleno. Yoce giá usata per intuizione dai medici, prima della scoperta dei microbi patogeni per indicare gli agenti dell’infezione (avvelenamento). Virus., ricorre anche in senso morale.

Vis-á-vis: in francese è tanto preposizione = di fronte., di rimpetto., come sostantivo, detto di persona che sta o siede di fronte. Es. Il mio vis-á-vis ; e in questo senso ci fu uno scrittore manzoniano che escogitò un dirimpettaio. Pezo el tacon del buso! E piú facile chiamar vis-á-Vis un «sudicio francesismo» (Fanfani) che espellerlo. Vis-á-vis è anche in tedesco. Mal comune, mezzo gaudio! Vis á vis è pur nomo di vettura, a quattro ruote con due sedili uguali e di fronte.

Vis comica: questa locuzione cosí comune ed efficace, forza comica, potenza dramatica., si è formata da un’errata interpretazione ortografica dei seguenti versi latini [P. Terentii Vita^ e:r, Suetonio):

Leniínuí atqm utinam itci-\ptis ndinneta fwet vis, colítica ut acquato virtus pollet’et hotiore cutn Oraeow.

La parola vis ~ forza, sta sola, e l’aggettivo comica si congiiinge a virtus., cosí oho il pensiero è questo: se in Terenzio