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le voci oro antico, argento antico, molti, in certo linguaggio, antepongono la parola francese perchè più corrente a loro giudizio e perchè con essa omettono il vocabolo «colore»; e così dicono: «una stoffa vieil-or, un braccialetto vieil-or», e simili.

Vieni de paraître: formula libraria, di recente publicazione, o novità, usata specialmente nel!’annunciare al publico le opere francesi.

Viera: questa antica voce italiana che qualche dizionario colloca tra le parole fuori dell’uso, vale fra i tecnici e meccanici come ghiera, cioè anello saldato o forzato entro o fuori di un tubo: in fr. virole. (Per l’etimologia di viera, V. Vera).

Vierge {’pettinatura alla): V. Bandeau.

Vieux garçon: fr., vecchio scapolo (Cfr. la frase dialettale romagnola, giovane antico) V. Celibatario.

Vieux marcheur: locuzione di gergo francese, vecchio galante, che corre ancora dietro alle donne.

Vignetta: per figura, disegno, riprendesi dai più rigorosi puristi (fr. vignette da vigne). Voce sancita dall’uso.

Vilayet: (voce araba che vale comando) provincia, retta da un valì: divisione amministrativa in Turchia: è partita in sangiacati (in turco vale bandiera), cioè circondari, retti da un sottoprefetto, mutessarief. Nei nostri giornali prevale la scrittura francese (sandjak, sangiac).

Villa: nelle città dell’Italia meridionale e della Sicilia questo nome è dato al giardino del publico passeggio.

Vil maggioranza!: famosa imprecazione del Carducci, e sincera come polla d’acqua montanina, ancorchè l’origine sia subbiettiva: il publico, oltre alle molte critiche di carattere politico all’Ode alla Regina, aveva interpretato la parola penna, nel verso:

con la penna che sa le tempeste

per la cannetta o penna d’oca per iscrivere. «Ah vil maggioranza! A te il suffragio universale e tante scatole di penne di ferro quante servano a scrivere altrettanti romanzi che t’appestino e muoian con te. Ma strofe a te mai! Sciagurato il poeta che pensi a te! Da lui la strofa alata rifugge su penna d’aquila o d’usignuolo cantando Odi profanum vulgiis et arceo». Eterno femminino regale, in fine.

Vim vi repellere: lat., respingere la violenza con la violenza (massima fisica e giuridica).

Vinaigre: in francese vuol dire letteralmente vino agro, acido, cioè quello che noi diciamo aceto. Ma gli aceti aromatici, profumati o medicati sono talvolta insigniti del nome francese. La forma francese conferisce nobiltà: solito triste caso!

Vino brulè: V. Brûlé.

Vino cotto: usa ancora nelle Marche. Si ottiene aggiungendo alla massa del mosto una certa quantità di mosto concentrato con la bollitura.

Vino di bosco: è così chiamato il vino di Comacchio, così detto dal bosco; nome dato alle selvagge dune che dividono il mare dalle valli, coltivate con speciale vitigno che porge un vino rosso, di forte sapore, ricco più che per alcole, per materie coloranti e tannino. Mi fu assicurato essere vitigno originario di Borgogna, ha infatti sapore di quei vini francesi.

Vinolina: miscuglio di materie coloranti in rosso, derivate dal catrame, usato per colorare fraudolentemente i vini.

Vin santo: vino spiritoso di tarda beva e di accurata preparazione con uve bianche perfette, come il trebbiano, la malvasia, etc; tipicamente aromatico e comune nell’Italia media e nell’Umbria. Usasi come vino per dolci e come tonico, press’a poco come il Marsala.

Violette: per violetta, profumo di viola, è voce francese usata talora, per vizio, nel parlare degli eleganti e degli ignoranti.

Violino di spalla: vale familiarmente facetamente primo aiutante, persona di fiducia, e anche sgobbone: locuzione tolta dal linguaggio musicale in cui è detto violino di spalla il primo violino dell’orchestra, che siede alla spalla destra del maestro.

Violle: nome di fisico francese vivente. In omaggio a’ suoi studi venne dato il nome di campione violle all’unità di misura della luce da lui ideata, la quale è la quantità di luce emessa in direzione nor-