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Uti — 510 — Uva

di ardere, come altrove, nè ci piovesse dentro, come a Padova. Utinam!».

Uti possidetis: lat., come voi possedete. È termine generalmente usato nei trattati dopo una guerra per significare che il territorio conquistato deve restare al conquistatore, sia stabilmente, sia a tempo. Uti possidetis è pure nome di legge romana (Digesto, XIIII, 17). Dicesi uti possidetis con forza di sostantivo.

Utopia: gr. [testo greco] = non e [testo greco] = luogo, dunque luogo che non esiste, così Tommaso Moore (1516) intitolò un suo romanzo ove descrive un’isola o stato in perfetto e felice governo. La parola trapassò in ogni lingua culta per indicare un processo di pensiero più secondo fantasia e desiderio che secondo logica ed esperimento.

Ut pictura poesis: nota sentenza d’Orazio (Arte Poetica), per significare l’affinità tra le due arti: la poesia è come la pittura, cioè cadono sotto le stesse leggi. NB. La conoscenza dell’affinità tra le arti è cosa antica al pari dell’arte; l’invasione di un’arte, nel campo di un’altra, per cui la poesia vuol raggiungere effetti musicali, la musica vuole precisare come il verso, la pittura vuol essere filosofica etc., è cosa particolare dell’età nostra, che riesce di buon effetto nei grandi e veri artisti, non in virtù della teoria, ma dell’arte la quale quando è tale da vero, fa buona prova con qualunque dogma.

Ut sis nocte levis, sit tibi coena brevis: lat., se vuoi esser leggero (star bene) di notte, mangia poco la sera. Noto verso leonino della scuola Salernitana (Collectio Salernitana, Napoli, 1852). Variante: si vis esse levis, sit tua coena brevis.

Ut supra: lat. come sopra.

Uvaggío: vino piemontese (Alessandria) da pasto piuttosto ordinario: così detto perchè si prepara con molte uve di diversa qualità.