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Tuf — 501 — Tur

Dumas, il giovine, nell’opuscolo L’homme-femme; e nel suo dramma, la Femme de Claude è sostenuta tale tesi. V. più ampiamente Fumagalli, Chi l’ha detto?

Tuffo: per fetore di cosa fradicia, stantìa, è voce dialettale (Romagna, Lombardia, Marche, tuff).

Tuga: voce del linguaggio marinaresco: cameretta di poppa, costrutta sul cassero o su la coperta, a garanzia della macchina del timone o per stanza de’ passeggeri. È antica parola che manca a molti dizionari recenti: vero è che nell’odierna marina è disusata.

Tulle: tessuto di seta o di cotone, fine, trasparente, bucato, come un velo o un merletto. Il perchè del nome non è chiaro, giacchè non pare che Tulle, città di Francia, abbia, come i più credono, dato il nome a questo tessuto. Il Petrocchi registra tulle togliendo l’esempio dal Tommaseo: vero è che molti pronunciano alla francese.

Tu Marcellus eris: motto augurale (Tu sarai Marcello!) dedotto dal libro VI dell’Eneide.

Tumore bianco: artrite tubercolare cronica, così detta dal rigonfiarsi dei tessuti e dalla mancanza del processo infiammatorio, donde il colore bianco della pelle (fr. tumeur bianche).

Tumulto dei Ciompi: V. Ciompo.

Tunnel: voce inglese usata promiscuamente in sostituzione di traforo, galleria, benchè vi siano delle sottili distinzioni che si avvertono nell’uso e che troppo lungo sarebbe determinare con esempi. Noi siamo sotto il tunnel, Quegli operai lavorano al traforo del Sempione.

Tu per tu (a): coi verbi venire, essere, trovarsi, vale di fronte, in attitudine di combattimento e di disputa senza che più alcun mezzo o riguardo sia frapposto: modo antico e classico, vivo tuttora nella parlata.

Tu quoque? lat., anche tu? e si dice per lepidezza. Storicamente sono le ultime parole di Cosare morente, vedendo Bruto fra gli uccisori: Tu quoque, Brute, fili mi? (Svetonio, Vita di Cesare, 82).

Turbina: voce di meccanica, dal fr. turbine, lat. turbo = turbino. La parola ci viene di Francia appunto perchè tale macchina è di origine francese (Fourneyron, Girard, Jonval). È una parola che anche la Crusca dovrà - credo - registrare, quando arriverà alla lettera T: «a) idraulica (T.) Tipo di macchina mediante la quale, applicando il principio su cui è basato il funzionamento dell’arganetto idraulico, si trasforma in energia di movimento, o cinetica, la potenziale dell’acqua scorrente in un condotto; b) a vapore (T.) Tipo di macchina, mediante la quale (od in modo analogo a quello nel quale opera la turbina idraulica o facendo che il vapore di acqua, alla sua uscita dalla caldaia in cui viene generato, agisca immediatamente su piani girevoli) si ottiene senza organi intermediari, quali sono cilindri e stantuffi, la trasformazione in cinetica della energia potenziale del vapore» (F. Grassi). Tale potente apparecchio meccanico si studia di applicare alle navi, ottenendo per tal modo grandissime velocità.

Turbo-alternatore: macchina formata dall’accoppiamento di una turbina a vapore con un alternatore (trasformatore di energia meccanica in energia elettrica con corrente alternata).

Turbo-motore: (V. Turbina) denota specialmente la turbina a vapore.

Turchetto: voce vernacola nostra di alcune regioni, quasi piccolo caffè turco. È il caffè da un soldo, zucchero e liquore compreso. A Milano Vendesi per le vie nelle ore antilucane e domandasi dal modo con cui è servito: caffè del ginocchio.

Turchi [i giovani]: V. I Giovani Turchi.

Turco (o arabo o anche tedesco): dicesi familiarmente parlar turco per dire parlare in modo incomprensibile, e si suol dire negativamente quando altri non ubbidisce quasi non intendendo. Es. Non parlo mica turco!

Turcos: plurale di Turco, nomo dato dai francesi ai fucilieri indigeni dell’esorcito d’Algeria. Questo nome fu loro imposto casualmente al tempo della guerra di Crimea, chè i Russi, vedendoli, al loro vestire, gridavano Turcos! Il nome fu accolto e rimase, rafforzandosi poi nell’uso, al tempo della campagna d’Italia (1859).